Perchè lo facciamo
E’ il nostro tempo quello che regaliamo, nulla di più. Eppure non c’è dono migliore per i pazienti con cui trascorriamo un pò di tempo nelle missioni di soccorso e trasporto. E’ in questo modo che abbiamo scoperto che stare a contatto con le persone è bellissimo. Chiacchierare con loro, cercare di rassicurarli … sembrano cose banali, ma a loro, che per la maggior parte sono anziani, dà una gioia immensa, e a noi un forte senso di appagamento. La verità è che finchè non si prova a fare volontariato non si riesce a percepire fino in fondo quello che cerchiamo di dire. Anche noi, se non avessimo provato, non avremmo scoperto che aiutare chi ha bisogno potesse dare queste soddisfazioni. Questo per noi ragazzi della CROCE D’ORO è un impegno non indifferente, che richiede determinazione, coraggio e passione. Eppure tutti troviamo il tempo di donarci agli altri e questo perchè c’è in gioco un regalo ancora più grande: l’amore che riempie la vita.
Essere volontari poi ha insegnato anche a muoverci velocemente in situazioni critiche, a risolvere i problemi, a essere lucidi e competenti, consapevoli della responsabilità e dell’impegno che questo volontariato richiede, pur restituendo tanto. “Si, essere preparati e precisi è molto importante. Niente va lasciato al caso: la stanchezza spesso è grande, ma quando torni a casa sei felice e soddisfatto, non solo perchè hai svolto bene il tuo compito, ma anche perchè le persone a cui dai una mano lo riconoscono e lo apprezzano”.
Ci sono anche momenti di difficoltà, ma sono bilanciati dal valore del rispetto per l’altro, dall’umorismo e dalle amicizie che nascono operando fianco a fianco e dallo spirito di squadra. A chiunque non viva in questo ambiente, però, potrebbe sorgere spontanea una domanda: “Come si fa a seguire tutto?”. In effetti fra noi ragazzi c’è chi ancora va al liceo, all’università, chi lavora. Potrebbe sembrare difficile conciliare tutti questi impegni con un tipo di volontariato come quello dell’emergenza-urgenza. Il segreto sta nell’organizzarsi, nell’armarsi di impegno, nell’essere disposti a dormire meno, tornare a casa e togliersi, insieme alla divisa, anche il peso di quello che si è visto e sentito, per ricominciare il giorno dopo e quello dopo ancora a fare ciò che ti riempie l’anima. Tutto per donare un pò di tempo, che è poi, in realtà, “l’unica cosa che neppure la persona più riconoscente può restituire” (Seneca)
Il gruppo Giovani